mercoledì 10 ottobre 2018

Aspetti particolari in alcune situazioni di psicoterapia

Qualche considerazione su aspetti specifici in alcune situazioni di terapia (Vedi anche la pagina del sito su: Psicoterapia)

Pazienti affetti da depressione 


Uno dei più importanti fattori da valutare, specie inizialmente, nella terapia con i pazienti depressi è determinarne il rischio di suicidio. Il medico dovrebbe porre domande esplicite volte a identificare sentimenti di inutilità, scoraggiamento e pessimismo. Una profonda sensazione di disperazione è un segno inquietante che molti psichiatri considerano patognomonico di rischio di suicidio. Una storia di precedenti tentativi di suicidio, la presenza di malattie croniche, soprattutto se associate a dolore, un recente evento stressante, come la perdita di una persona amata o una storia familiare di suicidio, sono indicatori di un aumentato rischio. Il mito secondo cui porre domande sull'ideazione suicida possa indurre un tentativo di suicidio non dovrebbe impedire ai medici di chiedere se i pazienti pensano che non valga la pena di vivere la vita, se vogliono farsi del male o se desiderano morire.

I pazienti depressi spesso chiedono rassicurazione, ma sovente non rispondono ai tentativi del medico di venire incontro a questa esigenza. I medici dovrebbero offrire ai pazienti una valutazione realistica. Quando è presente una depressione anche grave, i medici dovrebbero esprimersi con estrema chiarezza con i prori pazienti, spiegando l'intervento terapeutico stabilito, come la psicoterapia o la farmacoterapia. E' sempre da ricordare, e sottolineare, il fatto che la depressione è curabile nel 95% dei casi. Nel Sito la pagina su: Disturbi Depressivi

Pazienti affetti da Disturbo Istrionico 

I pazienti istrionici (vedi) agiscono spesso in modo seduttivo con i medici, perché hanno una necessità inconscia di essere rassicurati del fatto che sono ancora attraenti, anche se ammalati, e perché temono di non essere presi sul serio se non vengono considerati sessualmente desiderabili. Spesso appaiono eccessivamente emotivi e intimi nelle loro interazioni con il medico. È necessario che quest'ultimo sia rassicurante, fermo e non ne raccolga l'atteggiamento provocatorio. In realtà, il paziente non vuole veramente sedurlo, ma non conosce altro modo per ottenere ciò che ritiene gli sia necessario. Nel sito la pagina su: Istrionismo (Disturbo Istrionico)

Pazienti affetti da Disturbo ossessivo 

I pazienti ossessivi (vedi) e controllati sono ordinati, puntuali ed eccessivamente preoccupati dei dettagli. Spesso appaiono freddi, addirittura distaccati, soprattutto verso tutto ciò che potenzialmente li potrebbe disturbare o spaventare. Possono essere resistenti a qualsiasi tentativo di controllo da parte del medico, perché hanno un'intensa necessità di controllare ogni cosa nel loro ambiente. Al di sotto della superficie, temono tuttavia di perdere il controllo e di risultare dipendenti e indifesi. I medici devono essere preparati a rinforzare almeno inizialmente il loro senso di controllo, coinvolgendoli il più possibile nell'assistenza e nel trattamento, e dovrebbero spiegare in dettaglio che cosa avverrà e quali sono i programmi terapeutici. Nel sito la pagina sui Disturbi Ossessivo-Compulsivi

Pazienti paranoidi 


I pazienti paranoidi possono facilmente fraintendere ciò che accade nel loro ambiente, fino al punto da vedere cospirazioni anche negli eventi più neutri. Sono critici, evasivi e sospettosi. Hanno spesso un atteggiamento eccessivamente recriminatorio, perché tendono a criticare gli altri per qualsiasi cosa negativa che accade nella loro vita. Sono estremamente diffidenti e talvolta discutono su qualsiasi cosa il medico proponga di fare. Con questo tipo di pazienti, il medico deve rimanere in qualche modo formale, anche se sempre rispettoso e cortese, poiché le espressioni di calore ed empatia sono spesso considerate con sospetto ("che cosa vuole da me?"). Come con i soggetti ossessivi, il medico dovrebbe essere preparato a spiegare in dettaglio ogni decisione e procedura programmata e non dovrebbe reagire in modo difensivo nei confronti dei loro sospetti.

Pazienti isolati 


I pazienti isolati e solitari, definiti personalità schizoidi, appaiono distaccati e introversi e non sembrano aver bisogno del contatto con gli altri esseri umani né lo ricercano. Vedono con avversione uno stretto contatto con il medico e se potessero preferirebbero assumere da soli l'intero controllo della propria assistenza. Il medico dovrebbe trattarli con il massimo rispetto per la loro intimità e non dovrebbe aspettarsi che reagiscano in modo amichevole alle sue premure.

Pazienti simulatori 


I pazienti simulatori sono spesso descritti nella terminologia psichiatrica come personalità antisociali; non sembrano essere in grado di avvertire un adeguato senso di colpa e, in realtà, non sono consapevoli di ciò che esso significhi. In superficie possono apparire piacevoli, socialmente adattabili e intelligenti, ma nel corso degli anni hanno perfezionato i comportamenti che sanno essere più appropriati e recitano proprio come attori. Spesso hanno un passato di atti criminosi e vivono tra menzogne e manipolazioni. Possono essere autodistruttivi e pericolosi non solo per gli altri ma anche per se stessi, forse manifestando una non riconosciuta espressione di autopunizione. I pazienti antisociali spesso simulano la malattia per ottenere un evidente guadagno secondario (ad esempio, ricevere farmaci, trovare un letto per la notte, nascondersi da persone che li stanno cercando). Ovviamente, è possibile che si ammalino realmente, proprio come le persone non antisociali e, quando sono ammalati, hanno bisogno della stessa assistenza degli altri. Il medico deve trattarli con rispetto, ma anche con maggiore vigilanza. Possono ispirare paura negli altri, spesso legittimamente, perché molti hanno storie violente.

Pazienti dipendenti 


I pazienti dipendenti hanno un enorme bisogno di rassicurazione e tuttavia sono spesso resistenti a tale offerta. Sono i pazienti che più spesso fanno chiamate ripetute e urgenti nel periodo che intercorre fra gli appuntamenti e che chiedono che il medico dedichi loro particolare attenzione. Spesso si arrabbiano o si spaventano se si accorgono che il medico non prende in seria considerazione i loro timori. Il medico deve essere preparato a definire i limiti necessari, ma deve anche indicare chiaramente la propria volontà di ascolto e di assistenza.

Pazienti affetti da condizioni di impulsivita' 


I pazienti impulsivi hanno difficoltà ad accettare le gratificazioni ritardate e pretendono che i loro disturbi siano immediatamente risolti. Vengono frustrati facilmente e possono diventare petulanti o persino adirati e aggressivi se non ottengono immediatamente ciò che desiderano. Possono compiere impulsivamente azioni autodistruttive se si sentono ostacolati dal medico e talora si mostrano manipolativi ed egocentrici. È probabile che, al di sotto di queste manifestazioni esteriori, abbiano paura di non ottenere dagli altri ciò di cui hanno bisogno e, pertanto, ritengano che sia necessario agire in modo così inappropriatamente aggressivo. Possono essere particolarmente difficili da trattare per qualsiasi medico, il quale deve porre limiti fermi sin dall'inizio, senza adirarsi, e definire chiaramente quali comportamenti sono accettabili e quali no. I pazienti vanno trattati con rispetto e attenzione, ma devono essere considerati responsabili dello loro azioni.

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