Disturbo Ossessivo Compulsivo

Che cos'è il disturbo ossessivo-compulsivo?

Già definito come psiconevrosi ossessiva, questo disturbo è caratteizzato dal ripetersi incessante di pensieri (ossessioni) che assillano il paziente oppure di azioni (compulsioni) che questi compie, senza riuscire a controllare o dominare la propria volontà, con lo scopo di scaricare l'ansia originata dal pensiero fisso. Un esempio significativo in tal senso è l'ossessione di lavarsi le mani innumerevoli volte al giorno. Il paziente affetto da questo disturbo critica, pur senza riuscire a liberarsene da solo, le proprie ossessioni, riconoscendole come
fenomeni morbosi razionalmente assurdi.

Il disturbo ossessivo compulsivo, pur essendo classificato nel DSM tra i disturbi d'ansia, è da molti considerato invece come entità nosografica autonoma, con un definito nucleo psicopatologico, con un decorso e una sintomatologia peculiari e con dei correlati biologici che vanno a poco a poco delineandosi. Dunque il DOC (OCD), chiamato anche sindrome ossessivo-compulsiva, conosciuto e definito sino ad alcuni anni or sono come "nevrosi ossessivo-compulsiva" o semplicemente come "nevrosi ossessiva" è uno specifico disordine di natura psichiatrica che si struttura sulla base di un substrato di ansia.

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che affliggono l'individuo e che da questo vengono percepite come invasive e inappropriate (o comunque fastidiose) e che provocano marcata sofferenza, presentandosi più e più volte al di fuori del controllo di chi li sperimenta. L'individuo si rende conto che i pensieri, le immagini o gli impulsi sono frutto della propria mente e tenta (inutilmente) di ignorare o sopprimere tali pensieri, immagini o impulsi, o di neutralizzarli con altri pensieri e comportamenti ("compulsioni", in alcuni testi chiamati anche "psichismo da difesa" e più anticamente "coazioni").

Le compulsioni sono comportamenti o azioni mentali ripetitivi che l'individuo si sente obbligato a eseguire, come una sorta di rituale stereotipato, per difendersi da una certa ossessione. Vengono anche definite rituali o cerimoniali e sono messe in atto per ridurre il senso di disagio e l'ansia. I comportamenti o le azioni mentali sono mirate a combattere le ossessioni; spesso, però, questi comportamenti o queste azioni mentali sono chiaramente eccessivi o non sono realmente connessi con l'ossessione che cercano inutilmente di neutralizzare. Le compulsioni possono riguardare diverse tematiche come la contaminazione, l'ordine, il controllo.
La caratteristica essenziale del disturbo ossessivo compulsivo è dunque la presenza di pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che creano allarme o paura e che costringono la persona a mettere in atto i comportamenti ripetitivi oppure le azioni mentali che vengono definite compulsioni; almeno l'80% dei pazienti con DOC ha sia ossessioni che compulsioni, mentre soltanto meno del 20% ha esclusivamente ossessioni oppure esclusivamente compulsioni.

Per una ulteriore descrizione della clinica vedi anche la pagina del sito su ossessioni e compulsioni.

Francesco Giubbolini psicoterapeuta a Siena

COME CURARE IL DOC??

Il DOC è spesso considerato un disturbo a decorso cronico e invalidante, spesso refrattario ad ogni tipo di intervento terapeutico. La richiesta di trattamento è molto più frequente nei soggetti che presentano pensieri ossessivi spiacevoli o violenti e molto meno nei soggetti con compulsioni.

Il fatto che la psicoterapia abbia prodotto pochi risultati nel disturbo ossessivo-compulsivo, e contemporaneamente che i farmaci antidepressivi possano indurre cambiamenti significativi del quadro clinico, ha portato ad enfatizzare la terapia farmacologica come terapia privilegiata per questo tipo di disturbi. La terapia farmacologica del DOC è stata caratterizzata storicamente dall'impiego degli antidepressivi triciclici, cui recentemente si è aggiunto l'impiego degli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). La tendenza, per avere un'efficacia anti-ossessiva delle molecole antidepressive, è all'uso di dosaggi che vanno verso quelli massimi consentiti per ciascun farmaco.

Tuttavia i farmaci e la psicoterapia non devono mai essere visti come alternativi l'uno rispetto all'altro. L'intervento psicoterapico, come rapporto medico-paziente strutturato in forma di psicoterapia, dovrebbe fare sempre da sfondo a qualunque tipo di intervento biologico ed è in grado di influenzare a volte profondamente il quadro clinico; una percentuale di pazienti che può variare dal 30 al 40% infatti non risponde alle terapie farmacologiche. In questi casi, il trattamento psicoterapico (o quello integrato psicodinamico - farmacologico) è quello di prima scelta.

In merito alla psicoterapia del disturbo ossessivo-compulsivo è difficile fare qualunque tipo di generalizzazione sulla sua efficacia, sebbene vi siano in letteratura numerose evidenze in merito all'efficacia stessa dell'intervento psicoterapico. Singoli terapeuti hanno visto miglioramenti eclatanti e durevoli in pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, soprattutto quando si riesce ad affrontare gli impulsi aggressivi che sottostanno ai tratti caratteriali.

Analogamente, psichiatri a orientamento dinamico hanno osservato un notevole miglioramento sintomatico in individui con disturbo ossessivo-compulsivo in corso di prolungata psicoterapia psicodinamica.

Leggi anche, nel blog, la pagina su: la personalità ossessivo - compulsiva
Leggi anche la pagina su: Follia del Dubbio, tra i disturbi a sfondo ossessivo-compulsivo
Share by: