La follia del dubbio, malattia o monomania del dubbio (Folie du doute)

Dr. F. Giubbolini psicoterapeuta a Siena • ott 15, 2018

Folie du doute, oggi rubricata tra i disturbi a sfondo ossessivo-compulsivo

Il 'dubbio' è quella condizione di incertezza che rende momentanea­mente impossibile qualsiasi presa di posizione sul piano della conoscenza o dell'azione. In psichiatria la scuola francese aveva introdotto l'espressione follia del dubbio (o Folie du doute) , oggi rubricata tra i disturbi a sfondo ossessivo-compulsivo, caratterizzata dalla presenza di dubbi persistenti e ripetitivi che alimentano l'esigenza di continue verifiche e controlli pur nella assoluta consapevo­lezza dello loro inutilità.



In seguito furono coniate altre definizioni per identificare il disturbo, come: "folie lucide" (Trelat); "pseudo-monomanie" (Delasiauve); "délire émotif" (Morel); "vertige mental" (Lasegue); "impulsions intellectuelles" (Ball); "obsessions" (Luys, Falret); "peurs morbides" (Béard); "idee fisse" (Buccola); "idea incoercibile" (Tamburini); "diatesi d'incoercibilità" (Tanzi); "imperatives ideas" (Hake-Tuke); "psychasthénie" (Janet).



Attualmente i termini usualmente utilizzati sono quelli di ossessione e compulsione , che hanno la loro derivazione etimologica dai sostantivi latini obsessio-onis e compulsio-onis, a loro volta derivanti dai verbi obsido-ere e compulso-are i quali definiscono rispettivamente l'assediare, l'occupare, il bloccare il primo, e lo spingere e la spinta a compiere un'azione il secondo, connotando gli aspetti essenziali e caratteristici del disturbo ossessivo compulsivo , e del disturbo di personalità ossessivo-compulsiva così come vengono classificati dalla psicopatologia odierna.



La prima descrizione viene attribuita ad Esquirol, che nel 1838 definì il disturbo come una forma di monomania , un delirio parziale nel quale un'attività involontaria, irresistibile e istintiva spingeva il paziente a compiere azioni che la coscienza respingeva ma che la volontà non riusciva a sopprimere.

La monomania era, per Esquirol, "...essenzialmente la malattia della sensibilità; essa poggia interamente sui nostri affetti, il suo studio è inseparabile dalla conoscenza delle passioni; è nel cuore degli uomini ch'essa ha il suo luogo, è là che bisogna frugare per afferrarne tutte le sfumature..."


psicologo siena
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