Fobia Specifica e Fobia Sociale

La Fobia Specifica è  una paura forte e persistente di un oggetto o di una situazione. Le persone affette da fobie specifiche possono anticipare un danno, come l'essere morsicate da un cane, oppure possono essere colte dal panico al pensiero di perdere il controllo: ad esempio, se esse hanno paura di entrare in ascensore, possono anche temere di svenire una volta chiusa la porta.


Una fobia viene definita come una paura irrazionale che provoca un evitamento conscio dell'oggetto, attività o situazione temuti. Sia la presenza che l'anticipazione dell'entità fobica suscitano un profondo disagio nella persona colpita, che di solito riconosce come la propria reazione sia eccessiva. Le reazioni fobiche di solito compromettono la capacità di funzionamento delle persone.


Recenti studi epidemiologici hanno riscontrato che le fobie sono i più frequenti disturbi mentali. Il 5-10% circa della popolazione è afflitta da questi disturbi fastidiosi e talora disabilitanti; secondo stime meno conservative sarebbe affetto fino al 25% della popolazione. I disturbi associati alle fobie, soprattutto quando queste non sono riconosciute o accettate come disturbi mentali, possono condurre a ulteriori complicanze psichiatriche, compresi altri disturbi d'ansia, disturbo depressivo maggiore e disturbi correlati all'uso di sostanze, soprattutto alcool.

La fobia specifica è più comune di quella sociale. È il più comune disturbo mentale fra le donne e il secondo fra gli uomini, dopo i soli disturbi correlati a sostanze. Gli oggetti e le situazioni temute nella fobia specifica (elencati in ordine decrescente di frequenza) sono animali, tempeste, altezze, malattie, ferite e morte.


La fobia specifica può svilupparsi a seguito dall'accoppiamento di un oggetto o di una situazione specifica con le emozioni di paura e panico. Sono stati ipotizzati diversi meccanismi per l'accoppiamento: in generale, alla base sarebbe una tendenza aspecifica ad avvertire paura o ansia; quando un evento specifico (p.es., la guida) viene accoppiato a un'esperienza emozionale (p.es., un incidente), la persona diviene suscettibile a un'associazione emozionale permanente fra la guida o le automobili e la paura o l'ansia. La stessa esperienza emozionale può rispondere a un evento esterno, come nel caso di un incidente stradale, o a un evento interno, più tipicamente un attacco di panico. Sebbene una persona possa non presentare mai più un attacco di panico e possa non soddisfare i criteri diagnostici per il disturbo di panico, può avere una paura generalizzata della guida e non una paura espressa di avere un attacco di panico durante la guida. Altri meccanismi di associazione fra oggetto fobico ed emozioni fobiche sono il modellamento, in cui una persona osserva la reazione in un'altra (p.es., un genitore), e il trasferimento di informazione, in cui una persona apprende o viene messa in guardia contro i pericoli di oggetti specifici (p.es., serpenti velenosi).


Le fobie sono caratterizzate dall'attivazione di una grave ansia quando il soggetto è esposto a una specifica situazione o oggetto o addirittura quando prevede l'esposizione alla situazione o all'oggetto. Il DSM sottolinea la possibilità che gli attacchi di panico possano - come spesso avviene - comparire in individui con fobie specifica e sociale. L'esposizione allo stimolo fobico o la sua anticipazione determina quasi invariabilmente un attacco di panico in una persona predisposta.


Per definizione, i pazienti con fobia cercano di evitare lo stimolo fobico e alcuni finiscono in guai seri pur di evitare le situazioni che provocano ansia :forse come altro modo di evitare lo stress dello stimolo fobico, molti pazienti fobici hanno disturbi correlati a sostanze, soprattutto alcool.


Il principale reperto all'esame dello stato mentale è la presenza di una paura irrazionale ed egodistonica di una specifica situazione, attività o oggetto; i pazienti sono in grado di descrivere il modo in cui riescono a evitare il contatto con la situazione fobica. All'esame delle condizioni mentali viene comunemente identificata una depressione, che può essere presente fino a un terzo dei pazienti fobici.
Il DSM riconosce che la distinzione fra disturbo di panico, agorafobia, fobia sociale e fobia specifica può essere difficile nei casi singoli e si consiglia al medico di usare il proprio giudizio clinico. In genere, tuttavia, i pazienti con fobia specifica o fobia sociale non generalizzata tendono a provare ansia immediatamente alla presentazione dello stimolo fobico. Inoltre, la loro ansia o panico è limitata alla situazione identificata e in generale non sono anormalmente ansiosi quando non si confrontano con lo stimolo fobico o sono indotti a prevedere lo stimolo.
Un paziente agorafobico spesso trova conforto nella presenza di un'altra persona in una situazione che provoca ansia, mentre il soggetto con fobia sociale è reso più ansioso dalla presenza di altra gente. Mentre la mancanza di respiro, la vertigine, un senso di soffocamento e una paura di morire sono comuni nel disturbo di panico e nell'agorafobia, i sintomi associati alla fobia sociale di solito sono rappresentati da arrossamento, tensione muscolare e ansia di essere giudicati. La differenziazione fra fobia sociale e disturbo evitante di personalità può essere difficile e richiedere numerosi colloqui e un'approfondita anamnesi psichiatrica.


Altre diagnosi da considerare nella diagnosi differenziale della fobia specifica sono l'ipocondria e il disturbo ossessivo­-compulsivo. L'ipocondria è la paura di avere una malattia, mentre la fobia specifica delle malattie è la paura di contrame. Alcuni pazienti con disturbo ossessivo-compulsino manifestano un comportamento indistinguibile da quello di un individuo con fobia specifica: ad esempio, i soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo possono evitare i coltelli perché hanno pensieri compulsivi di uccidere i loro figli, mentre quelli con fobia specifica evitano i coltelli per paura di tagliarsi.

Francesco Giubbolini psicoterapeuta a Siena
La fobia sociale è un disturbo alquanto diffuso tra la popolazione. La percentuale di persone che ne soffre va dal 3% al 13%, e ne soffrono più le donne che gli uomini.

La caratteristica principale di questo disturbo è la paura di agire, di fronte agli altri, in modo imbarazzante o umiliante oppure di ricevere giudizi negativi. Questa paura può portare chi soffre di fobia sociale ad evitare la maggior parte delle situazioni sociali, per la paura di comportarsi in modo sbagliato o di venir mal giudicati. Solitamente le situazioni più temute sono quelle che implicano la necessità di dover fare qualcosa davanti ad altre persone.


Le persone che soffrono di fobia sociale temono anche di apparire ansiose e di mostrare i segni della propria ansia, cioè temono di diventare rosse in volto, di tremare, di balbettare, di sudare, di avere batticuore, oppure di rimanere in silenzio senza riuscire a parlare con gli altri.

Spesso che chi soffre di fobia sociale, quando non si trova in una situazione temuta, riconosce come irragionevole la propria paura e tende, conseguentemente, a colpevolizzarsi e rimproverarsi per non riuscire a fare cose che tutti fanno.

Questo disturbo, se non trattato, tende a rimanere stabile e cronico, e spesso può dare luogo ad altri disturbi come la depressione.

L'altra caratteristica tipica di questo disturbo è la marcata ansia che precede le situazioni temute e che prende il nome di ansia anticipatoria.


Solitamente si distinguono due tipi di Fobia Sociale:

semplice, quando la persona teme solo una o poche tipologie di situazioni;
 generalizzata, quando invece la persona teme pressoché tutte le situazioni sociali. Nelle forme più gravi, si tende a preferire la diagnosi di Disturbo Evitante di Personalità.

 
Criteri diagnostici per la fobia sociale


A. Paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o di prestazione in cui l'individuo è esposto a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. Il soggetto teme di agire (o di mostrare sintomi di ansia) in modo umiliante o imbarazzante.
B. L'esposizione alla situazione sociale temuta provoca quasi invariabilmente ansia, che può assumere la forma di un attacco di panico legato a, o predisposto da, una situazione.
C. La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole.
D. Le situazioni sociali o di prestazione temute sono evitate o sopportate con ansia e disagio intensi.
E. L'evitamento, l'ansia anticipatoria o il disagio nella situazione (o situazioni) temuta interferiscono in modo significativo con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), con le attività sociali o le relazioni con gli altri, oppure è presente un disagio marcato per il fatto di avere la fobia.
F. Nei soggetti con meno di 18 anni, la durata è di almeno 6 mesi.
G. La paura o l'evitamento non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (ad esempio, una sostanza oggetto di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale e non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale (ad esempio, disturbo di panico con o senza agorafobia, disturbo d'ansia di separazione, disturbo di dismorfismo corporeo)



Per quanto riguarda decorso e prognosi del disturbo, disponiamo di pochi dati sul decorso e sulla prognosi della fobia sociale poiché ale patologia è stata riconosciuta solo relativamente di recente come disturbo mentale importante. L'introduzione di psicoterapie e farmacoterapie specifiche per trattare le fobie avrà un impatto anche sull'interpretazione dei dati su decorso e prognosi, a meno che gli studi tengano conto delle strategie di trattamento.
Anche lo sviluppo associato di disturbi correlati a sostanze può influenzare negativamente il decorso e la prognosi dei disturbi fobici.

Francesco Giubbolini psicoterapeuta a Siena
Share by: