Ansia e paura, funzione adattiva dell'ansia, sintomi d'ansia

Dr. F. Giubbolini psicoterapeuta a Siena • ott 26, 2018

Considerazioni su ansia e paura, i sintomi ansiosi e la funzione adattiva dell'ansia

Considerazioni generali sull'ansia

Di tutti i disturbi mentali, i disturbi d'ansia sono probabilmente i più comuni. (Vai alla pagina del sito che descrive i più importanti Disturbi d'Ansia )

Nel corso degli ultimi 20 anni la crescente conoscenza dei fattori biologici che condizionano l'ansia ha modificato la concettualizzazione di questi disturbi, spostando le basi diagnostiche dalla formulazione psicodinamica delle nevrosi a criteri validi, affidabili e riconoscibili.


Nonostante questi cambiamenti, nella valutazione di pazienti affetti da ansia, i clinici devono ancora distinguere fra tipi normali e patologici di ansia .



Tale valutazione si basa sulle condizioni interne riferite dai pazienti, sui loro comportamenti e sulle loro capacità di funzionare.

Un individuo con ansia patologica richiede una valutazione neuropsichiatrica completa e un piano di trattamento specificatamente individualizzato.

Il medico deve essere consapevole del fatto che l'ansia può essere una componente di molte condizioni mediche e di altri disturbi mentali , soprattutto disturbi depressivi.



Poiché evidentemente è a vantaggio di ciascuno rispondere con ansia in certe situazioni minacciose, si può parlare di ansia normale in contrasto con un'ansia anormale o patologica.
Ad esempio, l'ansia è normale per il bambino che subisce la minaccia di una separazione dai genitori, per i bambini al loro primo giorno di scuola, per gli adolescenti al loro primo appuntamento, per gli adulti allorché contemplano la vecchiaia e la morte e per chiunque si trovi ad affrontare una malattia.

L'ansia si accompagna normalmente alla crescita, al cambiamento, all'esperienza di qualcosa di nuovo e di mai provato, alla ricerca della propria identità e scopo nella vita.

Al contrario l'ansia patologica è una risposta inappropriata a un determinato stimolo in virtù o della sua intensità o della sua durata.

La sensazione di ansia viene avvertita praticamente da ogni essere umano. La sensazione è caratterizzata da un senso diffuso, spiacevole e vago di apprensione, spesso accompagnato da sintomi autonomici, come cefalea, sudorazione, palpitazioni, costrizione toracica e blando mal di stomaco. La particolare costellazione di sintomi presenti durante l'ansia tende a variare da individuo a individuo.



Ansia e paura



L'ansia è un segnale di all'erta: avverte di un pericolo imminente e consente alla persona di prendere misure per affrontare una minaccia.
La paura, che è un segnale di avvertimento simile, dovrebbe essere differenziata dall'ansia.

La paura si manifesta in risposta a una minaccia conosciuta, esterna, definita o comunque non conflittuale in origine; l'ansia si manifesta in risposta a una minaccia sconosciuta, interna, vaga o conflittuale in origine.



La distinzione fra paura e ansia nacque per caso.
Il primo traduttore di Freud tradusse erroneamente la parola angst, paura in tedesco, come ansia. Lo stesso Freud in generale ignorava la distinzione che associa l'ansia a un oggetto represso e inconscio e la paura a un oggetto esterno e conosciuto. La distinzione può essere difficile da fare, perché la paura può essere anche dovuta a un oggetto interno, inconscio, represso proiettato su un altro oggetto nel mondo esterno. Ad esempio, un ragazzo può avere paura dei cani che abbaiano perché in realtà ha paura di suo padre e inconsciamente lo associa ai cani che abbaiano.


Nondimeno, secondo le formulazioni psicoanalitiche postfreudiane, la separazione fra paura e ansia è giustificabile dal punto di vista psicologico. L'emozione causata da un'automobile che si avvicina rapidamente mentre si attraversa la strada è diversa dal vago disagio che si può provare quando si incontrano nuove persone in un ambiente estraneo.

La principale differenza psicologica fra le due risposte emozionali è l'acutezza della paura e la cronicità dell'ansia.



Funzioni adattative dell'ansia



Se considerata semplicemente come un segnale di all'erta, l'ansia può essere praticamente considerata un'emozione analoga alla paura. L'ansia avverte di una minaccia esterna o interna e ha qualità atte a salvare la vita.
A un livello inferiore l'ansia mette in guardia da minacce ai danni del corpo, dal dolore, dall'impotenza, da una possibile punizione, dalla frustrazione di bisogni sociali o corporali, dalla separazione da persone amate, da una minaccia al successo o allo status di una persona o, in ultima istanza, alla sua unità e completezza . Essa induce la persona a prendere le misure necessarie per prevenire la minaccia o ridurne al minimo le conseguenze.

Esempi di elusione di una minaccia nella vita quotidiana sono l'applicarsi allo studio per prepararsi a un esame, lo scansare una palla lanciata contro la propria testa, il rientrare furtivamente nel dormitorio dopo l'ora stabilita per evitare una punizione e il correre per prendere al volo l'ultimo treno dei pendolari.

In tal modo l'ansia evita il danno allertando la persona a compiere certi atti che prevengono il pericolo.



Stress, conflitto e ansia



Il fatto che un evento sia percepito come stressante dipende dalla sua natura e dalle risorse della persona, dalle sue difese psicologiche e dai suoi meccanismi di reazione. Tutto ciò coinvolge l'ego, un'astrazione collettiva per definire il processo attraverso il quale una persona percepisce, pensa e agisce sulla base di eventi esterni o di impulsi interni. Un individuo il cui ego funziona in modo appropriato è in bilancio adattativo sia con il mondo esterno sia con quello interno; se l'ego non funziona in modo adeguato e lo sbilanciamento risultante persiste abbastanza a lungo, la persona avverte l'ansia cronica.

Sia che tale squilibrio sia esterno, fra le pressioni del mondo esterno e l'ego del soggetto, oppure interno, fra gli impulsi del paziente (p.es., impulsi aggressivi, sessuali o di dipendenza) e la coscienza, esso determina un conflitto.

I conflitti causati da eventi esterni sono di solito interpersonali, mentre quelli causati da eventi interni sono intrapsichici o intrapersonali.

I conflitti interpersonali e intrapsichici sono in effetti di solito combinati, poiché gli esseri umani sono sociali e i loro principali conflitti sono solitamente con gli altri individui.



Sintomi psicologici e cognitivi dell'ansia



L'esperienza dell'ansia ha due componenti:


1) la consapevolezza delle sensazioni fisiologiche (come palpitazioni e sudorazione) e

2) la consapevolezza di essere nervosi o spaventati.



Oltre agli effetti motori e viscerali, l'ansia colpisce il pensiero, la percezione e l'apprendimento .
Essa tende a produrre confusione e distorsione della percezione , non solo quella del tempo e dello spazio, ma anche delle persone e del significato degli eventi.
Tali distorsioni possono interferire con l'apprendimento riducendo la concentrazione, la capacità di richiamo di nozioni apprese e limitando la capacità di correlare un oggetto con un altro, ossia di fare associazioni.


Un importante aspetto delle emozioni è rappresentato dai loro effetti sulla selettività dell'attenzione .
Gli individui ansiosi tendono a selezionare certi aspetti del loro ambiente e a trascurarne altri, nello sforzo di provare che sono giustificati nel considerare la situazione temibile e nell'agire di conseguenza.
Se giustificano falsamente la loro paura, la loro ansia viene aumentata dalla risposta selettiva, stabilendo un circolo vizioso di ansia, percezione distorta e ulteriore ansia.
Al contrario, se falsamente rassicurano se stessi attraverso un pensiero selettivo, l'ansia appropriata può essere ridotta e possono non riuscire ad assumere le necessarie precauzioni.


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