Disturbi Fobici: definizione di Fobia

Dr. F. Giubbolini Psicoterapeuta a Siena • nov 12, 2018

Non solo Agorafobia ma anche claustrofobia, eritrofobia, rupofobia, patofobia

Una definizione di Fobia:

La Fobia è il ti­more irrazionale e invincibile per oggetti o speci­fiche situazioni che, secondo il buon senso, non do­vrebbero provocare timore.

Tali sono la paura per spazi aperti (vedi il post su: agorafobia ), per quelli chiusi ( claustrofobia ), la paura di arrossire ( eritrofobia) , la paura dello sporco ( rupofobia ), la paura delle malattie (patofobia, vedi il post su: ipocondria ), ecc.



La fobia si distingue dalla paura perché, a dif­ferenza di quest'ultima, non scompare di fronte a una verifica della realtà , e al tempo stesso va tenuta distinta dal delirio perché il fobico è perfettamente consapevole dell'irrazionalità dei suoi timori che tut­tavia non riesce a risolvere.

 (Leggi anche la pagina del sito sulla Fobia Specifica e Fobia Sociale )

Un tempo la psichiatria dinamica trattava unitariamente la fobia e l'ossessione; oggi si tende a differenziare le due figure perché, come precisa G. Jervis, «la fobia è il tentativo di costruire una difesa contro la propria ansia allonta­nandone ostinatamente l'occasione di manifestarsi con uno scongiurante e precipitoso atteggiamento di rifiuto che non fa che evocarne continuamente il fan­tasma; la difesa ossessiva è invece il tentativo di co­struire una serie di barriere magiche fra sé e l'ansia, un labirinto di scongiuri, una struttura di comporta­menti meticolosamente controllati, utili per allonta­nare all'infinito il momento del non-controllo, il ri­schio della crisi» (Jervis, 1975).



Le fobie sono cariche di significati simbolici nel senso che le cose o le persone o le situazioni temute dal soggetto rinviano in un modo più o meno defor­mato o a una pulsione repressa, o a una punizione per l'impulso inconscio e inaccettato, o a una com­binazione delle due.

La condizione fobica rivela so­litamente una condizione di dipendenza infantile e quindi di non raggiunta autonomia che si manifesta nella paura di agire e quindi nell'immobilismo.

Così il timore di luoghi aperti o di allontanarsi dall'am­biente noto ( agorafobia ) manifesta una situazione psicologica di insicurezza da far risalire a una condi­zione di dipendenza dalla famiglia e a sensi di colpa riguardanti la propria autonomia.

Allo stesso modo la fobia dello sporco ( rupofobia ) può nascondere il terrore del sesso, dello sperma e della gravidanza o inconfessabili sentimenti di colpa.

Vedi anche la pagina sel sito su: fobia semplice e fobia sociale .



Le interpretazioni patogenetiche della fobia più accettate sono quella psicoanalitica e quella comportamentista.

Per la psicoanalisi, la fobia è il prodotto dei mec­canismi di difesa dell'Io che, con la rimozione e lo spostamento trasferisce un complesso inte­riore che causa conflitti e ansia su un oggetto esterno che il soggetto fobico ritiene sia più facile evitare.

Al contrario per il comportamentismo la fobia è il risultato di un cattivo apprendimento che produce una risposta inadatta e sproporzionata alla situazione reale.

psicologo siena
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