Depressione Maggiore, Minore e Distimia

Una definizione della Depressione:
L'umore può essere normale, elevato o depresso. Nell'umore depresso, la gravità e le temporalità dei sintomi definiscono le varie forme di depressione, definite "maggiore" (o Endogena, o Grave), "Minore" (o Leggera, o Lieve) ed infine Distimia (come forma cronica).

Normalmente le persone sperimentano un'ampia gamma di umori e hanno un repertorio ugualmente ampio di espressioni affettive; esse mantengono più o meno il controllo dei loro umori e dei loro affetti. Nei disturbi dell'umore si perde il senso di controllo e le persone vivono in grave disagio. I pazienti con umore depresso (depressione) hanno una perdita di energia e interesse, sensi di colpa, difficoltà di concentrazione, perdita dell'appetito e pensieri di morte o suicidio.

Altri segni e sintomi dei disturbi dell'umore includono cambiamenti nel livello di attività, nelle capacità cognitive, nel linguaggio e nelle funzioni vegetative (come sonno, appetito, attività sessuale e altri ritmi biologici). Questi cambiamenti quasi sempre risultano in un disturbo dei rapporti interpersonali, sociali e lavorativi. I soggetti con disturbo dell'umore spesso attribuiscono una qualità ineffabile, ma distinta al loro stato patologico. Il concetto di un continuum con variazioni normali nell'umore riflette l'eccessiva identificazione del medico con la patologia, con la possibilità di distorcere la vera esperienza dei pazienti.  La prevalenza nel corso della vita dei disturbi dell'umore è stata variamente riportata dal 2 al 25%. Le cause dei disturbi dell'umore non sono note.
Un episodio depressivo maggiore (grave) deve durare almeno due settimane; tipicamente una persona è depressa oppure perde interesse nella maggior parte delle attività.

Una persona diagnosticata come affetta da un episodio depressivo maggiore (episodio di depressione endogena) deve inoltre presentare almeno quattro sintomi da un elenco che comprende modificazioni dell'appetito e del peso, del sonno e dell'attività fisica, mancanza di energia, sentimenti di colpa, problemi nel formulare i pensieri e nel prendere decisioni e ricorrenti idee di morte o suicidio.
Disturbi depressivi - Crete Senesi - Siena
Un episodio maniacale è invece un periodo ben definito (almeno una settimana, meno se il paziente deve essere ricoverato) di "alterazione dell'umore che è persistentemente elevato, espansivo o irritabile".
Un episodio "misto" è un periodo di almeno una settimana in cui si verificano quasi quotidianamente sia un episodio maniacale sia un episodio depressivo maggiore.

Anche altri due disturbi dell'umore, il disturbo distimico e quello ciclotimico, forme di depressione più leggera, sono clinicamente accettati da un certo tempo. Essi si caratterizzano per la presenza di sintomi meno gravi dei sintomi, rispettivamente, del disturbo depressivo maggiore e del disturbo bipolare I.
Il disturbo ciclotimico è caratterizzato da almeno due anni di sintomi ipomaniacali che si manifestano frequentemente e che non configurano la diagnosi di episodi maniacali e da sintomi depressivi che non configurano la diagnosi di episodio depressivo maggiore.

Francesco Giubbolini psicoterapeuta a Siena

01Depressione Maggiore (Grave)

La Depressione Maggiore  è un grave disturbo che colpisce ogni anno circa il 5 % della popolazione;. diversamente da una normale sensazione di tristezza o di un passeggero stato di cattivo umore, la Depressione Maggiore presenta caratteristiche di persistenza e può interferire pesantemente sul modo di pensare di un individuo, sul suo comportamento, sulle condizioni dell’umore, sull’attività ed il benessere fisico. Una considerevole parte (oltre la metà) di coloro che sono stati colpiti da un primo episodio di depressione potranno presentare altri episodi depressivi durante il resto della vita. Alcune persone sono colpite da più episodi durante l’anno; in questo caso si parla di Depressione Maggiore Ricorrente. Qualora non vengano curati, gli episodi di depressione possono durare dai sei mesi a un anno.


La Depressione Maggiore, nota anche come depressione endogena, unipolare o grave, è solo una delle varie forme di disturbo depressivo . Altre forme di depressione sono la distimia (depressione minore o lieve), e la depressione bipolare (che è poi la fase depressiva del disturbo bipolare).


I sintomi della depressione maggiore:

I sintomi della depressione "endogena" sono caratterizzati da significativi cambiamenti nelle abitudini della persona: 
un persistente umore triste o irritabile; 
importanti variazioni nelle abitudini del dormire, dell'appetito e del movimento; 
difficoltà nel pensare, della concentrazione, e della memoria;
mancanza di interesse o piacere nelle attività che invece prima interessavano; 
sentimenti di colpa, di inutilità, mancanza di speranze e senso di vuoto; 
pensieri ricorrenti di morte o di suicidio; 
sintomi fisici persistenti che non rispondono alle cure come mal di testa, problemi di digestione, dolori persistenti e generalizzati.
Il DSM elenca i criteri per un episodio di depressione grave (maggiore) separatamente dai criteri diagnostici per le diagnosi correlate alla depressione ed elenca anche i criteri descrittivi di gravità per un episodio depressivo maggiore.
Si distingue inoltre l'episodio singolo dal disturbo di depressione ricorrente.

Disturbo depressivo maggiore, episodio singolo è, fondamentalmente, il primo episodio del disturbo depressivo maggiore.
La distinzione fra pazienti che hanno un singolo episodio di disturbo depressivo maggiore e soggetti che hanno due o più episodi si giustifica a causa dell'incerto decorso di quelli che hanno un solo episodio.
La dizione di Disturbo depressivo maggiore ricorrente è riferita a quei pazienti che manifestano, nel corso della vita, almeno un secondo episodio di depressione e che vengono quindi classificati nel DSM come affetti da depressione maggiore ricorrente.

Fattori della personalità premorbosa

Nessun tratto singolo e nessun tipo di personalità predispone da solo un soggetto alla depressione; tutti gli esseri umani, con qualunque personalità, possono diventare e in effetti divengono depressi in circostanze appropriate. Tuttavia alcuni tipi di personalità - dipendenti, ossessivo-compulsivi e isterici - possono avere un maggiore rischio di depressione rispetto a tipi di personalità antisociale, paranoide o altri tipi che possono utilizzare la proiezione e altri meccanismi difensivi di estemalizzazione per proteggere se stessi dalla rabbia interna.

Talora anche una condizione di lutto può condurre ad un episodio depressivo maggiore (Leggi la pagina sul Lutto)

Psicodinamica (le cause psicologiche della depressione)

Il medico psicodinamico è anche interessato a chiarire i temi psicodinamici associati alla depressione.

Edward Bibring considerava la depressione come una tensione che sorge dall'interno dell'ego stesso piuttosto che tra l'ego e il superego. Egli considerava la depressione come un fenomeno che si forma quando una persona si rende conto delle discrepanze tra ideali straordinariamente elevati e la realtà della sua situazione.
Edith Jacobson considerò lo stato della depressione come simile a un bambino impotente e indifeso vittima di un genitore tormentato. Il sé viene percepito come identificato con gli aspetti negativi del genitore che tormenta, mentre le qualità sadiche di quel genitore vengono trasformate nel superego crudele.
Silvano Areti osservò che molte persone depresse hanno trascorso le loro esistenze per qualcun altro invece che per loro stessi. Egli chiamava queste persone per cui il paziente depresso vive "L'altro dominante", che può essere un principio, un ideale, un'intuizione e anche una persona. La depressione inizia quando i pazienti si rendono conto che la persona o l'ideale per cui hanno vissuto non risponderà mai nella maniera adatta a soddisfare le loro attese.
La concettualizzazione della depressione secondo Heinz Kohut, che deriva dalla sua teoria psicologica del sé, si basa sull'assunto che il sé in via di sviluppo ha specifici bisogni che devono essere soddisfatti dai genitori per dare al bambino un senso positivo di autostima ed autocoesione. Questi bisogni comprendono ammirazione, conferma, affermazione e idealizzazione. Quando altri non compiono queste funzioni, vi è una massiva perdita di autostima che si presenta come depressione.

02Depressione Minore e Distimia

Il disturbo distimico è un disturbo cronico caratterizzato dalla presenza di umore depresso ma in forma più leggera che persiste per la maggior parte del giorno ed è presente nella maggior parte dei giorni. Secondo la quarta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-IV) le più caratteristiche manifestazioni del disturbo sono sentimenti di inadeguatezza, colpa, irritabilità e rabbia; ritiro sociale; perdita di interesse, inattività e mancanza di produttività. Il termine "distimia", sinonimo di Depressione lieve, indicativo "di cattivo umore", fu introdotto nel 1980 e modificato in disturbo distimico nel DSM-IV. Prima del 1980, la maggior parte dei pazienti ora classificati come affetti da disturbo distimico era classificata come affetta da nevrosi depressiva (detta anche depressione nevrotica). Il disturbo distimico è comune nella popolazione generale e colpisce il 3-5% di tutti gli individui. II disturbo distimico è più frequente tra le persone non sposate e giovani e in quelle a basso reddito. Inoltre, il disturbo distimico spesso coesiste con altri disturbi mentali, soprattutto il disturbo depressivo maggiore, i disturbi d'ansia (in particolare quello da attacchi di panico), l'abuso di sostanze e probabilmente il disturbo borderline di personalità. I criteri diagnostici del DSM per il disturbo distimico richiedono la presenza di umore depresso per la maggior parte del tempo per almeno due anni. Perché i criteri diagnostici siano soddisfatti, il soggetto non dovrebbe presentare sintomi meglio classificabili come disturbo depressivo maggiore. Il paziente non dovrebbe aver mai avuto un episodio maniacale o ipomaniacale.

Cosa significa Distimia: è una forma di depressione lieve (minore) e cronico, caratterizzato quindi non da episodi di malattia, ma piuttosto dalla costante presenza dei sintomi. Tuttavia, il paziente affetto da distimia può presentare alcune variazioni temporali nella gravità dei sintomi.
Gli stessi sintomi sono simili a quelli del disturbo depressivo maggiore e la presenza di umore depresso - cioè il sentirsi triste, giù di corda, il vedere tutto nero e la mancanza di interesse nelle abituali attività - è un aspetto centrale del disturbo.

La gravità dei sintomi depressivi nel disturbo distimico è di solito minore che nel disturbo depressivo maggiore, ma è la mancanza di episodi discreti a far pesare la bilancia a favore della diagnosi di disturbo distimico. I pazienti con disturbo distimico possono spesso essere sarcastici, nichilisti, meditabondi, esigenti e reclamanti; possono essere tesi e rigidi e resistenti nei confronti degli interventi terapeutici, pur presentandosi regolarmente agli appuntamenti. Come risultato, il medico può provare rabbia nei confronti del soggetto e persino trascurarne le lamentele. Per definizione le persone con disturbo distimico non hanno sintomi psicotici.

I sintomi associati comprendono alterazioni dell'appetito e del sonno, ridotta autostima, perdita di energia, rallentamento psicomotorio, ridotta pulsione sessuale e preoccupazione ossessiva per i problemi di salute.
Una difficoltà nei rapporti sociali è talora la ragione per cui i pazienti con disturbo distimico cercano una cura. In effetti divorzio, disoccupazione e problemi sociali sono comuni in questi pazienti. Essi possono lamentarsi di avere difficoltà di concentrazione e riferire che le loro prestazioni scolastiche o lavorative sono scadenti. Lamentandosi di essere malati fisicamente, i pazienti possono perdere giorni di lavoro e appuntamenti sociali. I soggetti con disturbo distimico possono avere problemi coniugali derivanti da disfunzioni sessuali (ad esempio impotenza) o dall'incapacità di mantenere l'intimità emotiva.

La diagnosi di Distimia è spesso fatta su persone che già soffrono di altri disturbi mentali. Alcuni dati indicono che l'associazione morbosa di disturbo distimico con altri disturbi mentali è un significativo indice predittivo negativo di buona prognosi: ossia, la presenza di un disturbo cronico non trattato sembra limitare il tasso e l'entità di miglioramento che un paziente può ottenere per altri disturbi mentali. Disturbi frequentemente associati sono il disturbo depressivo maggiore e quello da abuso di sostanze.

Il disturbo depressivo minore (Depressione leggera, o lieve) è infine caratterizzato da episodi di sintomi depressivi più leggeri di quelli osservati nel disturbo depressivo maggiore. La differenza fra disturbo distimico e disturbo depressivo minore è legata principalmente alla natura episodica dei sintomi nel secondo. Fra un episodio e l'altro, i pazienti con disturbo depressivo minore hanno infatti umore eutimico, mentre quelli con disturbo distimico non hanno praticamente periodi eutimici.


Puoi anche leggere: Depressione Stagionale
link alla pagina che tratta di: Depressione Anancastica e Depressione Atipica(Depressione Anancastica come appartenente allo "spettro" ossessivo-compulsivo)

Francesco Giubbolini - Psicoterapia a Siena
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