La Melanconia (o Melancolia, l'umor nero)

Dr. F. Giubbolini psicoterapeuta a Siena • ott 21, 2018

Definizione e storia del termine dall'antichità ad oggi

Melanconia:

1. Stato d’animo di vaga tristezza, spesso alimentato dall’indugio rassegnato o addirittura compiaciuto, nell’ambito di sentimenti d’inquietudine o delusione.

2. Anticamente, l’umor nero, uno dei quattro umori generati dall’organismo umano, cui si attribuivano malefici e spesso fatali influssi sulle funzioni vitali.

3. Come malattia psichica.

Variante di malinconia, preferita nel linguaggio psichiatrico, per designare uno stato psichico caratterizzato da una alterazione patologica del tono dell’umore, nel senso di un’immotivata tristezza talvolta accompagnata da ansia.

(

Devoto - Oli , Definizione di Malinconia (o melanconia; arc. melancolia), Vocabolario della lingua italiana, 2008 © by Edumond Le Monnier S.p.A., Milano)



Normal­mente le persone sperimentano un'ampia gamma di umori e hanno un repertorio ugualmente ampio di espressioni af­fettive.



Nei disturbi dell'umore si perde il senso di controllo e le persone vivono in grave disagio.



I pazienti con umore depresso (depres­sione) hanno una perdita di energia e interesse, sensi di col­pa, difficoltà di concentrazione, perdita dell'appetito e pen­sieri di morte o suicidio.

Altri segni e sintomi dei disturbi dell'umore includono cambiamenti nel livello di attività, nelle capacità cognitive, nel linguaggio e nelle funzioni ve­getative (come sonno, appetito, attività sessuale e altri rit­mi biologici).

Questi cambiamenti quasi sempre risultano in un disturbo dei rapporti interpersonali, sociali e lavorativi.

I soggetti con disturbo dell'umore spesso attribuiscono una qualità ineffabile, ma distinta al loro stato patologico.



La depressione è stata evidenziata sin dall'antichità.

Descri­zioni di ciò che ora viene definito "disturbo dell'umore" si ri­trovano in molti documenti antichi.

La storia di re Saul del Vecchio Testamento descrive una sindrome depressiva, così come la storia del suicidio di Aiace nell'Iliade di Omero.
In­torno al 400 a.C. Ippocrate usò i termini mania e melanco­lia per indicare i disturbi mentali.
Intorno al 30 d.C. Aulo Cornelio Celso descrisse la melancolia dal greco (melan ["nero"] e cholé ["bile"]) nella sua opera De re medicina come una depressione causata da bile nera.
Il termine con­tinuò a essere usato da altri autori medici, inclusi Arateo (120-180), Galeno (129-199) e Alessandro di Tralles nel se­sto secolo.
Il medico ebreo del XII secolo Moses Maimoni­des considerò la melancolia come una entità clinica a sé stante.
Nel 1686 Bonet descrisse un processo morboso men­tale che definì maniaco-melancholicus.


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