Che cos'è la depressione e da cosa è causata
Un tono dell'umore che è più profondo e doloroso rispetto alla comune tristezza
I l basso tono dell'umore della depressione è più profondo, più duraturo e maggiormente doloroso rispetto ai brevi periodi di tristezza che ciascuno di noi può sperimentale occasionalmente.
Ciò determina una perdita di interesse e di piacere nelle abituali attività, e può interferire con la vita quotidiana. (link: i disturbi depressivi
)
Cosa causa la depressione
Non si è ancora certi di cosa determini la depressione ma si ritiene che una combinazione di fattori diversi
( orgine multifattoriale della malattia depressiva
) debba giocare un ruolo. "Eventi maggiori di vita" quali ad esempio un lutto, gravi difficoltà lavorative o rotture matrimoniali sono tutti fattori scatenanti
la depressione.
Schemi mentali
particolarmente dannosi - come ad esempio quelli che prevedono l'immaginare costantemente il peggio (atteggiamento noto anche come "catastrofismo") - possono facilmente contribuire ad innescare ed aggravare la spirale depressiva.
Alcune condizioni mediche
, come la ipoattività tiroidea (ipotiroidismo) possono causare la depressione. Depressione è anche raro effetto collaterale di talune terapie mediche, come quella che prevede l'uso di farmaci beta-bloccanti, che vengono utilizzati come anti-ipertensivi, e taluni farmaci anti-epilettici.
Il ruolo della biochimica cerebrale nella depressione è ancora poco conosciuto. Tuttavia la maggior parte degli esperti ritiene che la depressione non sia semplicemente causata da uno squilibrio biochimico, che pure certamente esiste ma di cui si ignora il significato profondo.
Chi può andare incontro ad una depressione
La risposta breve è: chiunque può sviluppare una depressione.
Tuttavia, le ricerche suggeriscono che forse esiste un fattore genetico coinvolto nella patologia depressiva, e che tale fattore può rendere alcuni individui maggiormente esposti rispetto ad altri, quando attraversano un periodo di difficoltà.
Il ruolo degli antidepressivi
Gli antidepressivi (quelli attualmente più usati, appartenenti alla classe degli SSRI ) modificano l'assetto biochimico cerebrale. Ma l'esatto ruolo che tali agenti svolgono nella depressione non è completamente noto, e gli antidepressivi non sono ugualmente efficaci per tutti.
E' noto che la depressione comporta una modifica dell'equilibrio dei neurotrasmettitori cerebrali. I neurotrasmettitori sono una sorta di messaggero chimico e regolano il funzionamento delle cellule cerebrali.
I neurotrasmettitori inviano informazioni attraverso le sinapsi (connessioni) neuronali, informazioni ricevute da un recettore posto nel neurone adiacente, nella "catena" neuronale. I recettori possono trovarsi in una condizione di insensibilità o ipersensibilità rispetto ad uno specifico neurotrasmettitore, deteminando il fatto che la risposta alla stimolazione possa essere eccessiva oppure inadeguata.
Gli anti-depressivi gradualmente aumentano i livelli dei neurotrasmettitori che innalzano il tono dell'umore, quali serotonina, norepinefrina e dopamina . Questa gradualità dell'effetto spiega forse quale possa essere il motivo per cui la maggior parte delle persone possa iniziare ad avvertire l'effetto terapeutico del farmaco solo dopo qualche settimana.
Tuttavia, secondo il Royal College degli Psichiatri, alcuni dei miglioramenti sono dovuti all' effetto placebo . Essi hanno riscontrato che dal 50 al 65% delle persone che soffrono di depressione riferiscono miglioramenti assumendo anti-depressivi ma che il 25 - 30% dei depressi migliora anche assumendo un placebo.
Ininzialmente introdotti nell'uso clinico negli anni 50, adesso esistono almeno quattro diverse classi farmacologiche di antidepressivi che agiscono sui recettori cerebrali in maniere leggermente diversi gli uni rispetto agli altri.
I più comunemente prescritti sono gli antidepressivi SSRI (Inibitori selettivi del reuptake della serotonina) , che aumentano il livello della serotonina cerebrale. Gli inibitori del re-uptake di serotonina e noradrenalina (SNRIs) sono i più recenti, ed innalzano anche i livelli di norepinefrina.
Gli antidepressivi triciclici e gli inbitori della mono-amine--ossidasi ( IMAO ) sono più vecchi e meno frequentemente usati poichè tendono a provocare più effetti collaterali.